domenica 14 agosto 2011

LA GIUSTA LACRIMA


Goccia ora,
 rivolo solingo
 che d'acqua sboccia
 nel mondo sudario.
 Giunta alla vena,
 solita catena,
 mantiene la pena
 satura e piena!
 Liscia la pelle
 senza ferita
 sotto mani bretelle
 che reggono in vita.
 Cammino impaziente,
 flebile ardore,
 intaglio serpente
 di costante dolore!
 Plàtino grezzo
 per dolo e disprezzo
 o per chi ha tradito
 nascosto dietro un dito!

 Sarà un oceano,
 assieme all'altre,
 non si vedrà
 ma n'avrai dato parte!

martedì 9 agosto 2011

PRIMA DI MAI (2 BECOME 1)


Musica e testo originali : Richard Stannard - Matt Rowe
Adattamento : Alfonso Trivisonne per Millennium Records
Interpreta : Francesca Mioux


 Ritornare ancora adesso,
 tornerò e sarà lo stesso,
 qui per vederti, qui per vederti!
 Passerà tanto altro tempo,
 solo se non mi presento,
 fino a quando, io soltanto
 guarderò dentro i tuoi occhi e verrò,
 lo farò,lo farò,
 tu lo sai, non lo sai,
 sarà prima di mai!

 Così finalmente io ti raggiungerò
 (una volta nella vita)
 con tutto quello che ancora io non ho!
 (prima che sia finita)
 Semplice, così, per non rimanere qui!
  
 Non sarà soltanto un gioco,
 dimenticare prima e dopo
 noi due soltanto, noi due soltanto!
 Passerà tanto altro tempo
 solo se non mi presento,
 fino a quando, io soltanto
 guarderò dentro i tuoi occhi e verrò,
 lo farò,lo farò,
 tu lo sai, non lo sai,
 sarà prima di mai!
  
 Così finalmente io ti raggiungerò
 (una volta nella vita)
 con tutto quello che ancora io non ho!
 (prima che sia finita)
 Semplice, così, per non rimanere qui!
 Guarderò dentro i tuoi occhi e verrò,
 lo farò,lo farò,
 tu lo sai, non lo sai,
 sarà prima di mai!
 Così finalmente io ti raggiungerò
 (una volta nella vita)
 con tutto quello che ancora io non ho!
 (prima che sia finita)
 Così finalmente io ti raggiungerò
 (una volta nella vita)
 con tutto quello che ancora io non ho!
 (prima che sia finita)
 Semplice, così, per non rimanere qui!
 ...per non rimanere qui!
 ...per non rimanere qui!

martedì 28 giugno 2011

CUORE DI BURRO


 Testo : G.Chiaria - A.Trivisonne
 Musica : P.Folla - F.Aquilante
 Interpreta : Francesca Mioux

 Non so
 sarà stato il tempo
 dalla pioggia e il vento
 a questo sole caldo
 che mi butta giù!
 Lo so
 ogni tanto penso
 che non è più lo stesso
 se non ci sei tu
 che mi aspetti giù!
 Passerà tutto
 anche se sembra impossibile
 e tutto viene difficile

 Mai più
 stavolta dico davvero
 lo canto e sono sincera
 resterò sempre di schiena!
 Ora lo penso e lo giuro
 a questo cuore di burro!

 Lo sai
 resterà solo il ricordo
 dalla mattina al tramonto
 ma nella notte tu
 non ci sarai più!

 Mai più
 stavolta dico davvero
 lo canto e sono sincera
 resterò sempre di schiena!
 Ora lo penso e lo giuro
 a questo cuore di burro!
 Passerà tutto
 anche se sembra impossibile
 e tutto viene difficile...

venerdì 17 giugno 2011

SU DUE CUORI


Così mi fermo
a solcare la pelle,
la tua bianca, di te sabbia,
col mio dito pastello
a disegnarti la tela.
Ci scrivo tutto,
tutto che voglio,
il mio nome, ma prima il tuo
e rileggo cose diverse,
svanite le iniziali
rimangono le ultime lettere,
come una lunga storia finita
che andò d'amore,
visse al sole
e finì senza colore.
Non siamo noi questo!

Lo dico sempre a me stesso
e lo ripeto a te adesso.
Inganneremo il tempo noi,
ne faremo collezione di domani
che non s'avrà tempo di ricordare,
schiaffeggiando le abitudini
chè si stanchino di noi.
Questo siamo!
Un battito che non smette,
amore di lama tagliente
su due cuori che affannano la mente!

mercoledì 8 giugno 2011

L'ESTATE AMARA


Fuori spazio,
così, a Maggio!
Dimenticato è il vano,
triste, debole origamo!
Per te, desueta fierezza di donna presunta,
sedotta, di latte munta,
ora annacqua la fame, porta la pace,
a te e al tuo grillo audace!
Graffiagli le guance,
innaffiane il sapore!
Ansima la mente presa,
ma è solo una mano a tener la corda tesa!
Corroboro l'addio
e giù, satollo d'oblio,
con mente e corpo, 

è ingoiato il rospo!
Estate amara,
genufletti i tempi del tuo caldo spazio!
Evaporami l' abbaglio,

scioglierai il mio ennesimo sbaglio!

martedì 31 maggio 2011

PLUVIALI ATTESE


Chi sei?
Che odore ti sento...
Cos'è?
Dietro al lamento...
Che d'onda d'urto sbatte,
tra le tempie riempie!
Già sento il ritorno,
di grido s'alza,
scontro di gesti e alberi maestri!
Rifilano pluviali attese
ma tu sei stanca,
sei tanta di tanto in tanto,
tu che hai aria d'alito
e sei già stesa d'attesa!
Ma amar s'intende questo
anche oltre pensare ancora
che c'è tremenda sorte
e ancora finanche di morte.
Già, serena oltre la sera
a coricar col sonno la schiena!
Spilla così la notte
la palustre arma d'odio delle locuste!
Se ingorga le vene,
ci tende la rete,
amor più forte della sete!

sabato 28 maggio 2011

ROULETTE


 Testo : A.Trivisonne
 Musica : C.Cerami - P.Folla - F.Aquilante


 C'è tutto,
 anche un sacco di gente
 da vivere veramente,
 ho tutto il mondo intorno
 e mi va di tenerlo stretto
 con le mani sopra il petto.
 
Ma come ti ho perso?
 non hai lasciato che un frammento
 che ancora luccica come ghiaccio
 e non si è sciolto in qualche momento!

 Ne parlerò con gli angeli
 dirò che non è vero,
 che non ho giocato al rosso e nero!
 C'è tutto l'amore intorno a me
 non mi va di guardalo in faccia
 oggi che ne vorrei solo una goccia!
 Ma come ti ho perso?
 non ho che ritagli di cuore
 sparsi nella sabbia bruna
 che per ritrovarli ci vuole troppa fortuna!
 C'è tutto e capita a tutti
 anche una speranza perdente
 come il verde che non serve a niente!
 Ma come ti ho perso?
 non hai lasciato che un frammento
 che ancora luccica come ghiaccio
 e non si è sciolto in qualche momento!

giovedì 26 maggio 2011

FESTA PER NIENTE


Testo : A.Trivisonne - L.Preite
Musica : C.Cerami - L.Preite
 

E' questa la nave che vedevi dalla prua!
Verso il mare ti lasci bagnare
e gli schizzi che senti sulla pelle
sono il segno che vivi le ore più belle!
La vita è una bilancia,
tante le gioie, tanti i segni che ti lascia!
Solo per te ho scritto d'amore,
ho scritto una canzone
che sul tuo corpo e sull'anima s'avvita
navigando il mare della vita!

Balla e canta fino a mattina,
trucco per te bella bellina!
Ma che parliamo a fare,
pensavo di venire per qualcosa di importante
e mi ritrovo ad una festa per niente.

Solo per te ho scritto domani,
ho scritto un'emozione
che sul tuo viso e la pelle si abbraccia
scivolandoti come la pioggia!

Balla e canta fino a mattina,
trucco per te bella bellina!
Ma che parliamo a fare,
pensavo di venire per qualcosa di importante
e mi ritrovo ad una festa per niente.
Balla e canta fino a mattina!
Balla e canta fino a mattina!
Balla e canta fino a mattina!

venerdì 20 maggio 2011

TUTTO IL MONDO IN UN ANGOLO


Testo : A.Trivisonne - G.Chiaria
Musica : C.Cerami - P.Folla

Spente le candele
un giorno fermo, un giorno uguale,
niente di fenomenale, senza tv, fermo quassù!
Lascia perdere il mare o un bel discorso morale,
niente di personale, non uscire, non capire!

Tutto il mondo è in un angolo
per fare spazio a te!
Tutto il mondo è in un angolo
per fare spazio a te!
Tutto il mondo è in un angolo
per fare spazio a te!

Amante senza sete
un tempo giusto, un tempo breve,
niente d'eccezionale, pensaci su, niente di più!
Lascia perdere andare, non è discorso da fare,
per tirare a campare, non dire, non sentire!

Tutto il mondo è in un angolo
per fare spazio a te!
Tutto il mondo è in un angolo
per fare spazio a te!
Tutto il mondo è in un angolo
per fare spazio a te!

martedì 17 maggio 2011

VIA CON LEI


Testo : A.Trivisonne - G.Chiaria
Musica : C.Cerami - P.Folla


Che cosa resta qui in città
quattro cani coi lamenti...giorni serpenti!
Che voglia di essere già via
in una grande magia e non pensare più a te, ne a me, addio!
E sento questa siccità
sulle facce e sulle schiene, tutti in catene!
Parli e stiamo sempre qua
sembra che tutto sia una specie di allergia!
Ma che cosa c'è dentro gli altri e dentro me?
Cosa c'è di vero e sincero?

Voglio andare via con lei
saremo poi come la luna e il cielo!

Ad un secolo da qui
tesseremo i fiati e ne faremo vento!

Questa è spiritualità
l'ingiustizia del potere e del dolore!
Questa è l'umanità
come in mezzo alla via sempre in cerca di energia!
Ma che cosa c'è dentro gli altri e dentro me?
Cosa c'è di vero e sincero?

Voglio andare via con lei
saremo poi come la luna e il cielo!

Ad un secolo da qui
tesseremo i fiati e ne faremo vento!

lunedì 9 maggio 2011

LA SPERANZA


La vedi di schiena,
fiera, lontana, bella.
Seria, vana o flebile appena,
riflessa in una lacrima o su una stella.
Una treccia che scende sul cuore
e verrà il giorno per guardarla in viso,
ne segui la sagoma e ne senti l'odore,
ma è ancora distante, non ha deciso!
Di tanto in tanto si gira un poco
accennandosi in un sorriso,
è così che di te si prende gioco,
rivoltandosi all'improvviso!
Sarà bello raggiungerla e fermarla,
guardarla negli occhi, sorriderle a tua volta,
prenderle le mani e stringerle,
prima che svanisca un'altra volta.
Timida e buona,
lei, persa, forte o debole e avvilita,
la supplicherai se sarà l'unica,
ma l'amerai solo quando sarà l'ultima!

mercoledì 4 maggio 2011

IL SENTIERO DI CARAMELLE

 Senti che bella storia,
 una strada che corre in cielo
 un piccolo sospiro, un salto nella gloria,
 tra tutto un sogno e ciò che rimane dietro al velo.
 Aggràppati alle stelle
 per vedere dove vuol finire
 questo sentiero di caramelle
 che esiste solo per farti gioire,
 dalla tristezza, dalla tua intima amarezza,
 in un mondo di pane e sale
 che come un pendolo ti vede dondolare.
 Senti, ora che sei in cima,
 apri l'anima e respira,
 hai tutto già fatto e tutto hai già detto
 ma sentirai ancora premere il petto.
 Tu, che dicevi già finita,
 tu, che pensavi ci volesse un'altra vita.
 Vedi il tuo cuore che ancora non è morto,
 tu, che ora sai di aver avuto sempre torto.

LA LAVAGNA BIANCA

L'aurora dopo una notte lunga, come una fiammella sufficiente solo
ad illuminare le tenebre. Così sarebbe giusto, proficuo, ricominciare
a riempire una lavagna bianca, dopo aver cancellato tutto ciò che
ci accompagna da troppo, nella nostra "politica" così tanto depauperata.
Da uno scandalo sessuale, al vai e vieni in un'aula di tribunale.
Dal senatore consensiente, al voto nostro, preso e dato via inutilmente.
Dalla parlamentare in minigonna di plastica rossa nei giorni della merla
al "vaffa" di un Ministro a un Presidente, o a sua sorella.
Cancellare l'inutilità di chi dovrebbe governare, difeso soltanto
da questo scempio di sistema elettorale.
Il mondo se la ride e intorno tutto va in frantumo.
Un sospiro nel cuore, a pensare di queste cose.
Pensare che Moro ci rimise la pelle.
Guardare a destra, o forse a sinistra, questo è indipendente, perchè
sono sempre gli occhi degli uomini che guardano in una o più direzioni.
Dovrebbero essere lucidi e nobili nell'amore per lo Stato, onorati
di ciò che dovrebbero compiere.
Si trovi il modo, per ricominciare, con coraggio, scrivere una storia nuova, su una
lavagna bianca, la lavagna di un'Italia solissima e stanca.

venerdì 22 aprile 2011

FUORI LA MANO!



Non sempre tornano i conti, non sempre tutto è solare, cristallino, limpido.
Quando qualcosa accade in un modo, non sempre ci si chiede se effettivamente
sarebbe potuta andare diversamente e così piano piano, un popolo 
narcotizzato viene abituato alla rassegnazione, al credere che tutto possa accadere anche
se così non è, anche se c'è qualcuno oltre, qualcosa a parte, ma sempre parte integrante.
E così finisce che può essere sempre un caso se qualcuno dice e non dice, o qualcuno ancora
non può dire perchè non può sapere, e tutti non possono ascoltare, 
e tizio è buono e caro e caio non può restare.
E perchè va bene qualche decina di "ruba galline" piuttosto che qualcuno che
chieda di vedere la mano?
Voi direte "ma lo scrittore oggi ha bevuto, quale mano?"
Vedete voi, ma spiegatelo come si fa a pendolare da una vita sotto il campanile
dell'immobilismo. Spiegatelo come si fa per esempio a far eleggere un Sindaco per miracolo
e poi imbottirgli la cassetta della posta di proiettili fino a farlo dimettere.
Quale era il problema? Dove si giocava quella partita?
Nessun cittadino ebbe il biglietto.
Qualcuno spieghi come si fa a intorbidire una città nella melma giuridica generata
da "principi del Foro" che tengono in ostaggio una intera cittadinanza, da decenni.
E perchè un carpentiere o un ragazzo laureato devono andare a trovare lavoro a mille chilometri?
Cosa tiene in piedi un sistema del genere, in metastasi globale?
Chi ha interesse che oggi qualche spaventapasseri consensiente resti a fare la sentinella sciocca,
fulminato sulla via di Damasco alle ormai preistoriche primissime intemperanze?
E chi è demandato ad indagare e rendere giustizia si domanda ciò che quotidianamente
la gente si chiede sia pure impossibilitata a trovarsi le risposte o si deve dubitare anche di costoro?
Insomma, chi ha tratto il dado? Chi gioca col morto? Chi decide chi prenderà lo stecchino più corto?
E il tempo passa, il dubbio e la rabbia aumentano goccia a goccia e 
magari mentre la gente si bagna, tutto si decide in fondo ad una Loggia.

venerdì 11 marzo 2011

SCILLA E CARIDDI


La vita politica e soprattutto amministrativa, in un Ente qualunque, ma soprattutto in un Comune, dove l’impatto umano è più tangibile, è come un viaggio, più o meno lungo.
E’ come salpare con una nave e veleggiare al largo, verso l’orizzonte.
Sarebbe normale sapere dove voler arrivare, alla fine del viaggio.
Sarebbe opportuno conoscere e magari scegliere l’equipaggio e la rotta.
Sarebbe necessario che l’ equipaggio sia davvero contento di navigare in quella determinata direzione e felice di essere guidato dal “comandante” che guida il battello.
Delle volte invece, questo non accade.
Ci sono Amministrazioni che partono per un viaggio, si, ma senza meta.
Amministrazioni in cui l’equipaggio viene accorpato come l’arca di Noè, con tutto e con niente, con tutti e con nessuno, dove appunto l’ "animale eletto" guida gli altri "animali".
Amministrazioni che non scelgono il loro “comandante”.
Egli arriva come una maledizione per se stesso e per gli altri, come una scomunica papale, un frutto dell’ira di un “Dio” superiore al Dio in terra!
Che non sia alla fine persino un alibi per l’equipaggio? Mah!
Si inizia così un viaggio in balìa delle onde, la nave schiaffeggiata dalle intemperie, pirati e temporali e nel momento più stretto del percorso, magari quando tutto sembra tacere, ecco tra un mostro e un vortice marino, per vivacchiare con l’unico motivo di restare attaccati alla nave e sopravvivere, i marinai a bordo annaspano e non vogliono neppure sapere se il morso è di Scilla o il risucchio è di Cariddi.
Sperando di non naufragare e non terminare il viaggio prima del tempo stabilito.
Allora cos’è? Un viaggio per dove? Un viaggio per cosa? Per chi?
Per la patria? Per la gloria? Per l’altra vita?
Comunque per fortuna queste storie non riguardano la nostra città.
Poi, siamo pure lontani dal mare, da noi ci sarebbe un "ammutinamento" il primo giorno!

domenica 6 marzo 2011

IL PIANISTA DEL SALOON

Come nel west, nel “selvaggio west”, come in un film di Leone, tra bicchieri di whisky e un mazzo di carte, qualche rara donnina che consuma la sua allegria, tra le urla. Ogni tanto qualche ceffone, un baro, il solito ubriacone. L’atmosfera di per sé è persino simpatica, un “universo” in piena autonomia, un “caos” di voci, rumori, schiamazzi, dove la bella di una partita diventa una questione di vita. Fuori, un passante non può percepire assolutamente nulla, solo avvicinandosi comincerebbe ad intuire un rumore indefinito, fine a se stesso, che non fa germogliare niente, però non stanca i protagonisti, fieri del loro dolce gozzoviglio.
Ma dall’esterno si sente anche la musica, la musica del pianista, che nella distrazione generale, continua imperterrito a suonare.
A tutti gli “ospiti” dovrebbe interessare il tema che si sente sollevare dal piano, ma nessuno si gira, nemmeno a guardare.
Ah! Il pianista, sempre col sorriso e col fare gentile, convinto che in fondo nessuno lo possa capire. Perché lui è l’unico sempre sobrio, è lui che mentre gli altri si accapigliano di vanagloria si dedica a riscaldarsi dal sacro fuoco dell’arte!
È proprio così, anche ogni città, nella sua forma amministrativa ha il suo pianista del saloon, magari anche più di uno.
Conoscitori profondi del labirinto amministrativo, ne nascondono sempre un Minotauro e non basterebbero chilometri di gomitoli rossi per venirne a capo.
Sornione ma attento, apparentemente distratto ma sempre presente, disincantato con le parole ma acuto e raffinato nei fatti.
E ne passeranno di ubriaconi, di viandanti affamati e di buoni e scarsi giocatori, ma oltre le porte basculanti il pianista sarà sempre presente, per suonare la sua musica che nessuno sente!

mercoledì 9 febbraio 2011

IL FRAGORE DEL SILENZIO

Se non fosse per il gocciolìo notturno, durante
una pioggia, forse la pioggia stessa non sarebbe
avvertita da coloro che non si bagnano.
Così in questa epopèa oscura e taciturna, che
in città avvertiamo e non solo, non sentiamo eco e
nemmeno profumo, figurarsi suono o sentimento.
Eppure ne cade di acqua...ma tanta...troppa.
Soltanto un lamento, nella gente, sopìto e ormai
nemmeno fiero, si intuisce, a rispondere al
fragoroso silenzio in un triste abbandono.
Silenzio di chi, demandato a farlo, dovrebbe rispondere dopo aver
ascoltato e fare qualcosa dopo avere studiato e sudato.
Silenzio dell'Istituzione, negli uomini e nelle
loro stesse funzioni, annegàti in per lo più
futili e inutili liti e incomprensioni.
Eppure il silenzio è appunto via via sempre più fragoroso,
disturba tutto tranne l'udìto, urta la coscienza
civica e il ritegno, provocando torpore dall'
implosione dello sdegno.
Il fragore muto delle inutili figure, del modo
leggero di curarsi a tutti i livelli della cosa pubblica,
preoccuparsi dei suoi profili sfigurati, del suo stomaco vuoto.
In uno stato di morte apparente la città si china,
prona e asservita, mal gestita e compatita dai suoi
cittadini.
Eppure c'è una coscienza che esiste ancora,
incastonata nel cuore di coloro che ragionano e parlano
guidati dalla buona volontà, rarissimi profughi dal cattivo esempio.
Il crepuscolo, vive la sua luce soffusa appena prima delle
tenebre, e in questo spazio sfrutteremo persino le
ombre più impercettibili, per tentare ancora, per capire
ancora, per sperare ancora...