venerdì 22 aprile 2011

FUORI LA MANO!



Non sempre tornano i conti, non sempre tutto è solare, cristallino, limpido.
Quando qualcosa accade in un modo, non sempre ci si chiede se effettivamente
sarebbe potuta andare diversamente e così piano piano, un popolo 
narcotizzato viene abituato alla rassegnazione, al credere che tutto possa accadere anche
se così non è, anche se c'è qualcuno oltre, qualcosa a parte, ma sempre parte integrante.
E così finisce che può essere sempre un caso se qualcuno dice e non dice, o qualcuno ancora
non può dire perchè non può sapere, e tutti non possono ascoltare, 
e tizio è buono e caro e caio non può restare.
E perchè va bene qualche decina di "ruba galline" piuttosto che qualcuno che
chieda di vedere la mano?
Voi direte "ma lo scrittore oggi ha bevuto, quale mano?"
Vedete voi, ma spiegatelo come si fa a pendolare da una vita sotto il campanile
dell'immobilismo. Spiegatelo come si fa per esempio a far eleggere un Sindaco per miracolo
e poi imbottirgli la cassetta della posta di proiettili fino a farlo dimettere.
Quale era il problema? Dove si giocava quella partita?
Nessun cittadino ebbe il biglietto.
Qualcuno spieghi come si fa a intorbidire una città nella melma giuridica generata
da "principi del Foro" che tengono in ostaggio una intera cittadinanza, da decenni.
E perchè un carpentiere o un ragazzo laureato devono andare a trovare lavoro a mille chilometri?
Cosa tiene in piedi un sistema del genere, in metastasi globale?
Chi ha interesse che oggi qualche spaventapasseri consensiente resti a fare la sentinella sciocca,
fulminato sulla via di Damasco alle ormai preistoriche primissime intemperanze?
E chi è demandato ad indagare e rendere giustizia si domanda ciò che quotidianamente
la gente si chiede sia pure impossibilitata a trovarsi le risposte o si deve dubitare anche di costoro?
Insomma, chi ha tratto il dado? Chi gioca col morto? Chi decide chi prenderà lo stecchino più corto?
E il tempo passa, il dubbio e la rabbia aumentano goccia a goccia e 
magari mentre la gente si bagna, tutto si decide in fondo ad una Loggia.